Sclerosi multipla recidivante-remittente: Natalizumab e leucoencefalopatia multifocale progressiva
A fine luglio 2008 sono stati segnalati in Europa due casi di leucoencefalopatia multifocale progressiva ( PML ) nei pazienti con sclerosi multipla in trattamento con Natalizumab ( Tysabri ), nella fase post-marketing.
In entrambi i casi Natalizumab era stato somministrato in monoterapia rispettivamente per circa 17 e 14 mesi.
L’attento monitoraggio clinico da parte dei medici prescrittori rivolto alla possibilità di insorgenza di leucoencefalopatia multifocale progressiva con Tysabri ha avuto un ruolo fondamentale nell’identificazione dei due casi.
Questi casi sottolineano quanto sia importante:
a) monitorare costantemente i pazienti nel corso di tutto il trattamento con Natalizumab;
b) sospendere immediatamente la somministrazione di Natalizumab in caso di sospetta leucoencefalopatia multifocale progressiva, ed eseguire una valutazione diagnostica appropriata, comprendente la risonanza magnetica e l’esame del liquor.
La leucoencefalopatia multifocale progressiva è una malattia progressiva subacuta del sistema nervoso centrale, causata dalla riattivazione del virus JC prevalentemente nei pazienti immunocompromessi.
La leucoencefalopatia multifocale progressiva di solito esita in grave invalidità o morte.
Vi sono stati complessivamente quattro casi di leucoencefalopatia multifocale progressiva tra i pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente in terapia con Natalizumab.
Due casi sono stati osservati in pazienti in trattamento con Natalizumab in associazione con Interferone beta nell’ambito degli studi clinici pre-registrativi. Uno di questi due casi ha avuto esito fatale.
Nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto ( RCP ) la terapia di associazione è controindicata.
Alla data di luglio 2008, in tutto il mondo sono in trattamento con Tysabri circa 31.800 pazienti affetti da sclerosi multipla. Considerando tutti i pazienti in trattamento con Tysabri ovvero quelli trattati sia nell’ambito di studi clinici che nella fase postmarketing, circa 13.900 pazienti hanno ricevuto almeno un anno di terapia con Tysabri e circa 6.600 hanno effettuato la terapia per 18 mesi o più.
Il rischio assoluto di sviluppare una leucoencefalopatia multifocale progressiva nei pazienti trattati con Tysabri non può essere stimato con precisione.
Raccomandazioni per i medici
Se un paziente sviluppa leucoencefalopatia multifocale progressiva, il trattamento con Tysabri deve essere sospeso definitivamente.
• Tysabri deve essere prescritto in stretta conformità con quanto riportato dall’RCP.
• Prima di iniziare la terapia con Tysabri, deve essere disponibile una risonanza magnetica recente. I pazienti devono essere controllati ad intervalli regolari per poter identificare segni o sintomi neurologici, nuovi o peggiorativi, che possano indicare l’insorgenza di leucoencefalopatia multifocale progressiva. Se compaiono nuovi sintomi neurologici, è necessario sospendere il trattamento fino a quando non sia stata esclusa la presenza di PML.
• Il medico deve valutare il paziente per determinare se i sintomi siano indicativi di una disfunzione neurologica ed eventualmente se questi siano tipici della sclerosi multipla oppure se facciano sospettare la presenza di leucoencefalopatia multifocale progressiva . Nel caso di sospetta PML, o in caso di dubbio, si deve sospendere il trattamento con Tysabri e considerare un'ulteriore valutazione, che può comprendere una risonanza magnetica, un esame del liquor per la ricerca del DNA del virus JC e la ripetizione della valutazione neurologica. Solo dopo che il medico abbia escluso la presenza di PML la somministrazione di Natalizumab potrà essere ripresa.
• Tysabri è controindicato nei pazienti che presentano un aumentato rischio di infezioni opportunistiche, fra cui i pazienti immunocompromessi ( inclusi quelli in trattamento con immunosoppressori o immunocompromessi da terapie precedenti, ad esempio con Mitoxantrone o Ciclofosfamide ). ( Xagena2008 )
Fonte: AIFA, 2008
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